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martedì 27 maggio 2014

Perchè ogni dettaglio non è fatto per essere notato. Ma per essere scoperto.

Gli Uccelli

Germano Zullo - Albertine

Topipittori (2010)

Oggi è un giorno speciale...perché è un giorno proprio come ieri. Un giorno in cui tutto passa e si ripete, un giorno che sembra perdersi negli altri. Il giorno in cui le cose piccole chiamano l’attenzione eppure ci spostiamo; e quelle ancora più piccole, nascono, e non lo sappiamo.

Ma nella storia che vi vorrei raccontare oggi, il tempo non scorre: possiamo respirare, prenderci una pausa. Dare tempo al nostro sguardo, al nostro sentire.
Quella di oggi non è una storia perduta e ritrovata. E’ il racconto di tutte quelle storie su di noi che rischiano di perdersi e di non essere mai narrate.
E’ la storia di un dettaglio e dell’attenzione che dobbiamo ai dettagli. E’ una storia senza età.


Questa storia comincia con un uomo che potrei essere io, un camion che potrebbe essere il mio, in un luogo fuori dallo spazio e fuori dal tempo.Quest’uomo ci offre un’occasione in regalo: e cioè quella di mostrarci un errore, farcelo leggere, rendercelo evidente attraverso l’aiuto di colori sgargianti, schematici. Ponendolo a distanza. Quest’uomo oggi ci regala insomma un bel paio di occhiali.

L’errore di cui quest’uomo ci parla è, vorrei dire, un errore insidioso innanzitutto perché si nasconde sotto le pieghe dell’abitudine: quello cioè di credere che ogni giorno sia un giorno qualunque, che ci passa addosso, servedosi di noi solo per distinguere dentro di sè, il prima dal poi. L’abitudine insegna cioè che quella della causa e dell’effetto è una legge naturalmente inscritta dallo scandire del tempo e che ad essa non possiamo che essere soggetti: la terra ruota attorno al sole e non ci sono buone ragioni per dubitare che il sole prima o poi sorgerà, proprio da quella parte, dalla parte giusta. E tuttavia se ci sforziamo, ricordiamo che il sole non sorge affatto, sta proprio fermo lì dov’è. Il nostro è un inganno percettivo che si radica sulla consuetudine e che tuttavia, pur nella sua conclusione errata, ci aiuta a capirci, ad orientarci nel mondo.

Scandire il tempo attraverso l’abitudine ci aiuta quindi  a descrivere il ritmo della nostra identità, ci rincuora e ci consola. Ciò che interferisce con la consuetudine, invece, solletica l’imprevisto, incrina il ritmo.


Oppure...oppure no?Il nostro ometto universale pensa certamente ci sia dell’altro.
 
Egli ci insegna a coltivare il dettaglio. Ad addomesticarlo.. con amore, dedizione ed empatia.
 
Specialmente il dettaglio che non si uniforma, che ci racconta una storia diversa, che spezza il ritmo. Perché spesso è attraverso un solo dettaglio che smettiamo di subire il tempo che passa, che ci manovra con l’abitudine, per trasformarlo nel tempo che coltiviamo, in vita vivente.


Perchè è vero che le cose accadono. Ma è anche vero che abbiamo il compito, la responsabilità di farle accadere.





Qui vi lascio la recensione sul mio canale You Tube: Hot fabula #4: Perchè ogni dettaglio non è fatto per essere notato. Ma per essere scoperto.

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