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mercoledì 11 giugno 2014

La Passeggiata, Robert Walser

LA PASSEGGIATA

Robert WALSER

Adelphi (1976)




Perché La passeggiata di Robert Walser dia subito una tale impressione di straordinaria altezza poetica, non è facile spiegarlo. Bisognerebbe dedicarsi a una ricognizione, tanto paziente quanto faticosa, attraverso l’intera opera dello scrittore, arruffata e discontinua per gli stimoli razionalmente mal conciliabili.


Di certo questo breve racconto racchiude nei suoi toni apparentemente dimessi e banali, un’apologia delle piccole cose entro cui solo si può calare lo studio della vita. La passeggiata, quella che traccia un percorso senza necessariamente risolversi in una meta, avvicina alla terra, dischiude il senso profondo delle creature viventi, una sensualità potente ed inerme che investe chi vi si abbandona per poi costruirsi da capo attraverso la scrittura. La passeggiata è un impegno formativo capovolto che non si affida ad una temporalità lineare e progressiva, come capita nei romanzi di formazione, ma scioglie il viandante in un istante d’estatica dimenticanza per mostrargli, percorrendo il sentiero della dissociazione, l’insensatezza di ogni progettualità esistenziale.

La narrazione è allora sempre e solo narrazione del tempo presente da cui non vi è alcun bisogno di trarre morali, né conclusioni universali poiché tutto il suo significato si esaurisce nell’inafferrabile felicità, nel pieno appagamento, a cui esso dà provvisoriamente accesso. Walser rompe così il ritmo apparentemente regolato ed ordinato del mondo reale, dei concetti e delle nozioni, in cui egli indica piuttosto il sintomo del disordine patologico della modernità, di una inutile complessità. La prosa lirica ed impressionista dello scrittore ne frantuma i pezzi per sostituire all’ artificiosità corrotta, l’autenticità di un banale pregno di senso, polivalente, in cui con trasognata ironia stana sconcertanti profondità nascoste. Walser così riconduce per mano il lettore alle proprie origini, pettinando via alla vita i suoi nodi, i suoi garbugli e restituendole il colore degli alberi, l’ombra del bosco, il profumo dei fiori e dell’acqua, la nostalgia, i rimpianti, il profilo di una donna eterea e lontana che si chiama Felicità e che, fragile, suona del fruscio di foglie secche in autunno.

Qui potete trovare la reensione sul mio canale You Tube:La passeggiata, Robert Walser

 
Claude Monet, La Passeggiata (1875)








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